TRADIZIONE ED ELEGANZA PER BERSANI

Mr. Normal come è stato definito da qualcuno, il leader del
partito democratico Pier Luigi Bersani mostra con orgoglio uno
stile classico e sempre uguale a se stesso, per comunicare
coerenza e affidabilità. Frequenti le righe verticali nel suo
abbigliamento da uomo politico. Spesso blu su camicie bianche,
regolari e rassicuranti. Altro colore preferito da Bersani è il
rosso Pci, di solito sulle cravatte. Completano la figura gli
occhiali da professore e il sigaro. Ne esce fuori una personalità
riflessiva ed autocritica. Linea tradizionale anche nella scelta
delle scarpe modello Oxford: nera, rigida, dalla forma a punta e
lucida. Accenno di modernità è rappresentato dal capospalla: il
preferito è il montgomery scuro, facendo compiere al politico una
leggera virata verso un mood casual e sportivo.

Insomma un’aria mite si diffonde intorno al leader democratico. Di
calmo temperamento ama comunicare in modo semplice come il suo
vestiario: le metafore popolari unite al basso profilo fanno di
lui un profilo caparbio e fedele. Un’aura classica e tradizionale
è la capsula in cui si concentra lo stile di Bersani. I tempi però
non sono cosi felici per gli uomini di un tempo e chissà che
questo non provochi impennate tutt’altro che sobrie nell’armadio.
I TRADIMENTI DI BERLUSCONI

E dopo la Lario Berlusconi pare si sia macchiato nuovamente di
tardimento. La cosa stavolta riguarda la boutique dove per anni ha
acquistato i capi che gli vediamo indossare da circa 20 anni.
Infatti dopo 30 anni ha tradito la sua storica sartoria milanese,
quella di Ferdinando Caraceni. A rimpiazzarla è stata convocata
Kiton, casa partenopea con sede ad Arzano, fondata da Ciro Paone,
nella quale ogni tanto si aggira anche il leader dell’Udc
Pierferdinando Casini. Kiton conferma il dato e ad Arona sul lago
Maggiore (rsede

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della boutique) si parla addirittura di tre abiti
dai colori più chiari del solito e di un cappotto. Caraceni non
riconosce il tradimento e anzi gli risulterebbe proprio l’opposto
e scherzando ipotizza che gli abiti in questione potrebebro essere
semplicemente dei regali. E rinvigorisce il rapporto di fiducia
affermando che “è già capitato altre volte» e che quindi «il
Dottore è fedele». Berlusconi acquista regolarmente ogni anno il
parco, due-tre abiti. Su un modello di carta viene imbastito il
vestito, che viene poi consegnato personalmente ad Arcore per le
prove. E da Caraceni si scopre che per entrare in politica Silvio
Berlusconi ha dovuto compiere grossi sacrifici: rinunciare al
blazer!
CASUALmente MONTECITORIO

Via la cravatta e via anche la giacca. L’onorevole ‘descamisado’ è
il modello proposto dal movimento 5 stelle.
Lo ‘tsunami’ scatenato dal Movimento di Casaleggio-Grillo invade
anche la moda e l’abbigliamento parlamentare. Il maglione sarà un
trend sotto al comune giubbino di tutti i giorni. Il casual entra
a Montecitorio e pare chesia caduto anche quest’ultimo tabu
dell’obbligo di giacca, previsto da una prassi e non certo da una
legge. La liberta’ di look viene concessa a tutti, ‘grillini’ in
testa. Prepariamoci dunque all’entrata in vigore di un doppio
regime. Se un deputato non vorra’ indossare un abbigliamento
istituzionale, nessuno lo forzerà avestire una mise di cortesia.
Insomma il palazzo non ha più dress-code o quantomeno ne è stato
stravolto il senso.