La costa campana e le sue assolute bellezze ospitano le vacanze dei turisti partenopei da sempre. Ecco perché:
La Campania è una terra felice come capirono rapidamente i primi colonizzatori ellenici. Clima equilibrato, perfetto per le attività primarie e incantevole per le sessioni di relax post-lavoro. Ci siamo chiesti dove si dirige il turista napoletano e in generale campano: per questo, dando priorità assoluta alle mete costiere, siamo discesi lungo il litorale felix dal golfo di Napoli e le sue splendide isole, alla costiera amalfitana e le sue perle, fino alle ultime spiagge del Cilento.
In effetti si tratta di zone fra di loro molto diverse dal punto di vista del turismo e delle
strutture: Capri è una meta molto chic che però non tutti possono permettersi. Le restanti isole, Ischia e Procida, sono più accessibili e i flussi migratori estivi sono abbastanza promiscui e vari. Ischia tuttavia, offre intrattenimenti turistici diurni e notturni (discoteche, movida, ore piccole e tante spiagge e lidi) che faticano ad imporsi a Procida, la cui fama è legata alla verginità della terra e della sua natura. Sorrento e i paesini limitrofi (Meta, Piano di Sorrento, Seiano, Vico Equense, Massa Lubrense) sono molto frequentati da turisti stranieri poichè prossimi a Napoli e ai servizi di una metropoli. Ma non di rado li noterete a spasso per la costiera, addirittura in mare in periodi non esattamente caldi. Un discorso simile si potrebbe avanzare per la Costiera Amalfitana che ospita autentiche perle della natura, come il dolce susseguirsi delle curve panoramiche a strapiombo sul mare, e che non è esattamente per tutte le tasche ma che in ogni caso riesce ad accogliere anche il turismo più giovane e squattrinato. Positano è una gemma incastonata nella roccia, la dimostrazione della piccolezza dell’uomo di fronte alla natura impervia e fiera delle sue forme che “formano” il contributo edilizio e civilizzatore. Un luogo incantevole che si adagiadagia piano piano sul litorale tirrenico.
Continuando il percorso si attraversano mete come Praiano, Amalfi, Maiori, Vietri (particolarmente famosa per la tradizionale produzione di ceramiche). Ci stiamo affacciando sul Cilento: il nome viene dalla
posizione di questa terra rispetto al corso del vecchio fiume Alento. Le prime mete che incontriamo sono la splendida Punta Licosa, compresa fra SantaMaria di Castellabbate e Ogliastro, e a seguire la più gettonata Acciaroli, provvista di strutture turistiche e intrattenimenti fra i più ruicercati dal pubblico giovane e che non si sta fermo un momento. In effetti questo genere di approccio al turismo è sempre più frequente in questa parte della costa. Proseguendo infatti si giunge a Camerota, la cui bellezza naturale e paesaggistica è fuori discussione ma non riceve la stessa quantità di attenzione come quella che si registra per Palinuro, ormai famosa più per la vita notturna che per le sue spiagge.
Siamo giunti alla fine del percorso: da Camerota infatti saliamo sul barcone e ci godiamo
la costa della Masseta che da Punta degli Infreschi conduce verso la gola del golfo di Policastro. Dove ci attende un caratteristico porto di pescatori, Scario. Posto molto tranquillo dove tuttavia i flussi turistici sono tutt’altro che over 40: c’è un po’ di tutto e forse è più accessibile per le vacanze. Di fronte al lungomare del paesino si scorge in lontananza la costa calabrese, preceduta da una manciata di terra lucana su cui domina Maratea: l’atmosfera da queste parti ricorda molto Positano, con le sue ripide discese a mare che si dipanano dal centro cittadino arroccato sulla montagna. A proteggerla la statua di San Biagio, che dando le spalle al mare e allargando le braccia come il cristo di Rio raccoglie sotto la sua protezione il paese, difendendolo dalle maree. In effetti in molti chiamano la statua “Cristo di Maratea” e la storia della corretta denominazione è divenuta appunto una storia, raccontata in vari modi da vari narratori, ognuno foriero di una propria verità. Ai posteri l’ardua sentenza, noi ci godiamo il mare!
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