L’avvocato Agnelli è stata un’icona di stile, senza copiare la moda, ma semplicemente creandola.

Non ci sono mezzi termini, l’avvocato Agnelli o si ama o si odia, e questa reazione così decisa verso la sua enorme personalità è normale; un uomo che ha cambiato il volto dell’Italia sotto l’aspetto imprenditoriale, sportivo e di life style, crea sempre simpatie ed antipatie.
L’uomo più copiato d’Italia e forse d’Europa per quasi 60 anni, sempre sotto i riflettori, ma non per sua volontà. Nonostante il suo ruolo ed i suoi incarichi “istituzionali” non amava essere sotto i riflettori.
Riservato e spontaneo, senza eccessi, il suo stile era come il suo carattere e il suo modo di vivere, non eccentrico ma piuttosto unico.
I segni distintivi del suo stile ancora riecheggiano sulla bocca degli addetti ai lavori per via della sua naturale eleganza e bravura nello scegliere i capi da indossare.
Camicie rigorosamente botton down in cotone oxford della Brooks Brothers, azzurre per il giorno e bianche per la sera; non disprezzava le più semplici e sportive camice in jeans che spesso indossava anche sotto il blazer. Per le occasioni informali reinventò il colletto botton down, che spesso portava sbottonato, lasciando che le ampie code si aprissero . Polsini quasi sempre stretti con doppio bottone.

orologio sul polsiono gianni agnelli
Gli abiti, ovviamente sartoriali erano in colori sempre tenui e mai troppo accesi; preferiva il grigio di giorno e il blu la sera, con revers ampi che divennero uno status symbol nell’Italia degli anni 80, dove i giovani Yuppies tentavano di imitare lo stile non convenzionale dell’avvocato.

 

E di stravaganze ne ha proposte tante negli anni, ma sempre dettate dalla comodità e dalla semplicità, e mai dalla voglia di essere al centro della scena.
Pensate al jeans (alle volte anche consumato e scolorito) indossato sotto la giacca con disinvoltura, diventato un must nel corso degli anni.
Il piumino smanicato sull’abito era semplicemente più comodo del cappotto quando indossava l’abito e gli permetteva di non gualcire gli ampi reverse. L’orologio sul polsino dava meno fastidio se messo sopra il polsino, stringendo di meno il polso e non irritando la pelle.
Ma anche gli scarponcini a stivaletto scamosciati ed indossati sotto gli abiti non erano un vezzo, ma gli permettevano di sostenere meglio la caviglia; un’esigenza dettata dagli incidenti di sci e di auto.

lo-stile-di-gianni-agnelli
Anche sugli accessori l’avvocato aveva la sua idea precisa: mai calzini corti, mai occhiali da vista (al massimo da sole larghi e marroni), cinture in tinta con i colori degli abiti.

Niente da dire sul suo stile, la sua arte di apparire il più possibile naturale e spontaneo era il vero

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punto di forza della sua eleganza.