Viviamo in un momento storico in cui l’attenzione all’ambiente è tutto.
Dagli accessori per la tavola agli abiti, passando per i carburanti che utilizziamo ogni giorno nelle nostre auto, tutto deve rispondere quanto più possibile a materie prime ed utilizzi sostenibili, accettabili dal punto di vista ambientale anche per quanto concerne la filiera di produzione.
La moda, in questo senso, non fa certo eccezione!
I dati
La società internazionale di consulenza McKinsey ha reso pubblici i dati di un suo studio in materia: è emerso che, nel futuro del fashion, a dominare sarà l’innovazione responsabile.
Lo shopping sostenibile, infatti, è diventato un vero e proprio pallino per i consumatori di tutto il mondo, partendo dai mercati emergenti (più del 65%) e finendo a quelli europei ed americani (32%): gli acquisti green sono e diventeranno sempre più protagonisti.
La moda ecosostenibile, in sostanza, non fa solo bene all’ambiente e, quando fondata su principi di riutilizzo e riciclo, alla tasca, ma sta diventando sempre più trendy, dettando legge sul futuro del settore. Ormai, è anche una questione di brand reputation per le aziende: muoversi nel settore green significa conquistare maggior fiducia e nuovi affiliati nell’era dei social network e degli hashtag mirati.
Un dato importante è arrivato anche da Lyst, il “Google” della moda, che ha rivelato di aver registrato, nell’ultimo anno, un bel +47% nelle ricerche riguardanti outfit sostenibili, pelle vegana, cotone biologico e altri materiali di questo tipo.
Le grandi firme
Da qui, l’interesse anche delle grandi case di moda verso la questione: Prada, ad esempio, ha lanciato una nuova linea di borse, la Re-Nylon, in cui i materiali di forgiatura sono costituiti da reti da pesca usate, rifiuti di plastica recuperati dagli oceani, scarti di fibre tessili etc. Il tutto è avvenuto anche grazie all’incontro con Aquafil, l’azienda produttrice dell’Econyl, una fibra che può essere riciclata all’infinito senza perdere qualità.
Rese celebri dalla giovane e invidiatissima coppia Harry – Meghan, anche le scarpe da ginnastica ecocompatibili create da Veja sono ambitissime, realizzate con materie prime provenienti da agricoltura biologica. Concetti simili, le eco-sneakers e le ReBotl messe in piazza da Timberland, realizzate attraverso la lavorazione di scarti di bottiglie di plastica.
Di esempi di questo tipo se ne potrebbero fare tantissimi; occhio, però, al “fake eco“. Riciclare i rifiuti, a volte, potrebbe comportare emissioni inquinanti inimmaginabili, se solo pensiamo al trasporto e alla lavorazione di questi materiali che, spesso, devono fondere, sfruttare macchinari elettrici o arrivare da molto lontano per raggiungere delle belle quantità finali.
Insomma, come anticipato, anche la filiera produttiva, in questo caso più degli altri, ha la sua enorme rilevanza!